Viaggio in Mozambico 2021

VIAGGIO IN MOZAMBICO

Lo scorso agosto io e Michele, in rappresentanza dei Soci dell’Ass.ne  “Sulle orme dei servi- verso il mondo “, siamo stati in Mozambico per prendere contatto con una realtà non ancora conosciuta direttamente (anni fa un altro nostro Socio, Stefano, si era recato laggiù), con l’intenzione di trovare punti di riferimento finalizzati all’allargamento dell’attività della nostra Organizzazione.
Dopo un lungo viaggio – segnato dall’estrema attenzione alla salute a causa del covid 19 – siamo sbarcati a Maputo quando era sera ed abbiamo dovuto subito prendere atto del coprifuoco stabilito dal Governo dopo le ore 21. Una misura drastica – combinata con un uso esteso delle mascherine (anche ai bambini nella savana…) e una pubblicità originale (in musica) e martellante – per evitare i contagi che sarebbero devastanti in una realtà non certo dotata di adeguate strutture sanitarie.
Comunque durante la nostra permanenza non ci sono stati problemi, anche se sui mezzi di trasporto collettivi (pubblici e non) l’uso delle mascherine era alquanto discrezionale…
Noi eravamo alloggiati presso un “noviziato” dei Servi di Maria in quel di Matola, una provincia adiacente alla capitale Maputo, zona in cui si concentra qualche milione di abitanti sui quasi 30 totali del Mozambico, in una superficie quasi tre volte quella italiana.
L’accoglienza è stata molto buona, anche se era la prima volta che ci vedevamo, grazie all’interessamento di p. Joao, un brasiliano gentile e simpatico che conosceva bene l’italiano e che ha curato la parte organizzativa del viaggio relativa ai permessi per il visto d’ingresso in Mozambico, e alla disponibilità del superiore della comunità, costituita da circa una ventina di  giovani studenti.
Tra queste merita una particolare segnalazione e ringraziamento  fra Cosme (Cosimo) che ci è stato messo disposizione con l’auto della loro comunità per i nostri spostamenti e col quale abbiamo trascorso buona parte del tempo disponibile.
Ma non era il noviziato il luogo dove operare, bensì la parrocchia di Matola situata a circa una quindicina di Kilometri e gestita dal parroco Jeremias, giovane e motivato neo sacerdote, arrivato da poco tempo dall’Italia, che ci ha introdotto nella sua attività quotidiana di sostegno ai bambini e giovani nella scuola e nell’avvio all’attività lavorativa, che è la specificità propria del Lar (=casa intesa come focolare) Nova Esperanca, di giovani nel campo dell’agricoltura, della meccanica e della falegnameria. Questo Lar è stato fondato l’8 Marzo del 1994 da p. Pietro Andriotto OSM, nostro amico e Socio dell’Ass.ne, durante i suoi 15 anni trascorsi laggiù dal 1994 al 2011.
Durante le nostre visite al Lar abbiamo avuto la gioia di incontrare il Sig. Carlito, affermato capo-officina del Lar: era stata la nostra Associazione, anni fa, a fornirgli il materiale per l’avvio della sua officina e di consegnarli le foto di quell’”evento”.
Così ci ha fatto molto piacere sapere che altri due progetti, quello dell’avvio del laboratorio di computer di Saul, ora divenuto professore e un altro relativo alla fornitura del macchinario necessario al  falegname Gabrie, sono tutt’oggi in piena attività .
Pertanto, parlando di questi progetti con p. Geremias e p. Cosmi, sicuramente si possono aprire delle opportunità di intervento, agganciate alla volontà degli studenti di avere dei sostegni per avviare un lavoro.
Abbiamo avuto anche un incontro con una comunità femminile delle Serve di Maria del Cenacolo Servi a Xai-Xai a 200 km da Maputo, un viaggio interessante all’interno del Paese con viste sulla “savana”, che noi vedevamo per la prima volta!,  ma per il momento non ci sembra affatto ci siano le condizioni per una collaborazione.
Com’è tradizione della nostra Associazione, i sostegni vengono dati a singole persone o a famiglie che manifestino le loro esigenze e i loro desideri e siano disponibili a concorrere con risorse proprie per quanto possibile. Questo è il modello che – verificato sul campo – ha dato i risultati più positivi e di continuità nel tempo, contribuendo a migliorare la qualità della vita delle persone senza che questa dipenda sempre dall’aiuto esterno e torni quella di prima quando questo venisse meno.
La realtà del Mozambico è, ovviamente, quella di un paese ancora arretrato e basato su un’agricoltura di sussistenza, dalla quale molti cercano di evadere finendo però nelle periferie della grandi città come Maputo, in abitazioni precarie e senza servizi, molto simili alle più conosciute favelas brasiliane.
C’è quindi molto da fare e il contatto che abbiamo stabilito può sicuramente offrire buone  possibilità per il nostro impegno futuro.
​Franco Lorenzon

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