Myanmar 2017 – 2° parte

Myanmar 2^ parte

Il Myanmar presenta, come tutti i Paesi al mondo, alcune specificità che per noi, alla “prima” esperienza in un paese asiatico, hanno suscitato  un particolare e accentuato interesse.

Il Paese è retto da parecchio tempo da un regime militare dittatoriale gestito dai generali , “temperatosi” un po’ negli ultimi anni ( a parte  la gravissima situazione della minoranza mussulmana dei Rohinga, che getta una luce sinistra sulla classe politica di quel Paese) . Con tutta probabilità, a causa di questa situazione politica, ci sono delle leggi chiaramente dettate dalla “necessità” del controllo poliziesco su chi “viene da fuori”.

Una in particolare ci ha davvero sorpreso : è la legge che proibisce agli stranieri l’ essere ospitati e alloggiati presso ambienti privati e li obbliga a soggiornare esclusivamente negli hotel delle città. Non solo: quando appena giunti nei locali della Parrocchia dei Servi di Maria nel villaggio di Thongwa per la consegna degli animali alle 14 famiglie del posto, la “legge” ci ha imposto di presentare subito alla polizia locale le fotocopie dei nostri passaporti e dei nostri visti! Strano, non è vero?

Certamente essere alloggiati in un hotel “all’occidentale” in centro alla capitale Yangoon ha comportato delle ovvie comodità, ma è mancato quel “quid” particolare che si guadagna quando i Soci de “Sulle orme dei Servi-verso il mondo” sono ospitati presso i conventi dei frati e delle suore dell’Ordine nelle località, sempre periferiche, dove si realizzano i micro-progetti.

In queste situazioni si ha, infatti, la positiva possibilità di immergersi nell’ ambiente locale, di muoversi con curiosità ed interesse nelle località dove si è ospitati, diincontrare le persone nel loro specifico ambiente, di avere un livello di percezione e di conoscenza della realtà, della cultura e della storia più profondo e significativo. Un guadagno ritenuto necessario alla buona riuscita dell’esperienza.

Comunque sia, i nostri Soci hanno prodotto il loro onesto tentativo di osservare e di “penetrare” almeno con gli occhi (e le macchine fotografiche) la realtà birmana, specialmente quella fuori della scontata e convulsa capitale di una Nazione del “terzo mondo” o dei Paesi “in via di sviluppo”, che dir si voglia, come Yangoo .

Le foto sotto ne danno testimonianza.

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