2015 – In Terra di Albania – p. Antonio Santini

DIARIO DI VIAGGIO

Annalisa ed io, frate Antonio dei Servi, partiamo dall’aeroporto di Bologna con volo Blu-express  direzione TIRANA alle ore 14,30 di mercoledì 22 luglio. Fino a Bologna ci ha accompagnato il Presidente dell’Associazione, Michele Zuin, il quale, espletate tutte le raccomandazioni di rito e dopo averci impartito la sua benedizione (laica), ci saluta alle ore 12.00.

A Tirana verso le ore 17.00 troviamo ad accoglierci suor Gemma, una suora piccola, ma dal cuore immenso. Ad ISHULL-LEZHE al convento delle Serve di Maria Riparatrici respiriamo fin da subito il profumo di un’accoglienza gioiosamente affettuosa da parte dell’altra consorella, Suor Marisa De Dominicis e di una gentile ospite, Chiara Costa, venuta da Valdobbiadene (TV), amica delle sorelle Riparatrici di quella comunità.

Celebriamo l’Eucarestia alle ore 19.00 nella memoria di santa Maria Maddalena, seguita dall’evento conviviale di una cena che per la gioia di stare insieme si protrae fino alle ore 23.00.

La mattina di giovedì 23 luglio trascorre veloce nel disbrigo di alcune pratiche, mentre Antonio ritorna all’areoporto “Mother Teresa” di Tirana, per accompagnare suor Gemma ad accogliere Caterina di Firenze anche lei per qualche giorno in visita fraterna alla comunità delle Suore.

Nel pomeriggio verso le 18.00 diamo inizio alle nostre visite con questo programma: famiglia di DILA, famiglia di JOVALIN e cena a casa di MATHIA.

FAMIGLIA DI DILA: abbiamo il compito di verificare l’utilizzo di due carrettini messi a disposizione dalla nostra Associazione, per consentire la vendita di qualche prodotto tipico. Dajana, Marcela, Marianna, Cristiana, Majlinda sono le splendide figlie di questa famiglia, per il resto oppressa da una situazione allucinante per la salute di ZEFI, marito di Dila: alcolista, vittima di recente incidente con la moto (ubriaco) con conseguente trauma cranico, Zefi è stato quasi subito dimesso dall’ospedale ed ora deve essere controllato a vista, poiché in stato perenne di ansia e crisi di astinenza da alcol e con gli effetti del trauma cranico, tenta continuamente la fuga, diventando pericoloso per sé e per gli altri.

Esemplare il comportamento, con cui lo accudiscono la moglie, le figlie e il genero, anche lui attualmente infortunato per un piccolo incidente ad un piede.

L’andamento commerciale dei punti vendita, per i quali l’Associazione ha fornito l’attrezzatura, risulta positivo, anche se attualmente sospeso, almeno quello della moglie per la malattia del marito e anche per la chiusura estiva delle scuole, davanti alle quali mette in vendita i suoi prodotti. Ci si riserva, nella giornata di domenica, di fare una visita in laguna, dove opera l’altro punto vendita, quello della figlia maggiore Majlinda col marito.

VISITA ALLA FAMIGLIA DI JOVALIN: troviamo solamente la moglie ROSA con il figlio OLSI (anni 13) e la piccola DERIDE (scuola elementare). Il padre, vigile comunale, è al lavoro. Incontro bello e positivo. Il motocoltivatore, pagato col contributo dell’Associazione è in ordine (fotografato) e produce molti vantaggi, al punto che la moglie ci costringe ad andare con lei in campagna, dove ci rifornisce abbondantemente di frutta e verdura. Famiglia serena e riconoscente per l’aiuto ricevuto.

A CASA DI MATHIA con la moglie LULA, le figlie ISABELLA, CHIARA e il figlio ANTONIO. Ci facciamo fotografare davanti al motocoltivatore, del quale possiamo cogliere la funzione positiva e produttiva. Abbiamo anche modo di apprezzare lo splendido pozzo che finalmente risolve il problema dell’innaffiamento della terra. Una cena decisamente sostenuta, anche se improvvisata, conclude una serata caratterizzata da luci e ombre, speranza e disperazione, tenerezza e lacrime da asciugare. Il figlio Antonio, oltre a farci vedere i suoi piccoli capolavori di pittura, fa dono a p. Antonio di un simpatico braccialetto con la scritta “Antonio”. Così siamo sicuri che il nostro non smarrirà mai più la sua identità.

Venerdì 24 luglio ’15

Celebrazione eucaristica alle ore 7.30, dopo una notte di grande calura. Alle ore 9.00 partenza per SCUTARI. La prima visita è al santuario dedicato alla MADONNA DEL BUON CONSIGLIO, la cui icona si è misteriosamente dileguata con l’invasione dei Turchi (1.400 d.C) e successivamente ricomparsa al momento opportuno. Altro fenomeno, decisamente rivelatore di una sofferenza che ha impregnato la stessa natura, è dato dall’incrociarsi dei rami di due alberi maestri, nel cortile del santuario, fino a disegnare una croce naturale.

Ci spostiamo, quindi, al cimitero, dove la presenza di molte suore conosciute dalle nostre consorelle ci fa capire che si sta celebrando il funerale di una suora della congregazione delle Stimmatine. Abbiamo l’occasione di salutare la novantenne Sr. MARIA che, nella recente visita di papa Francesco in Albania (settembre 2014), dopo una sua vibrante testimonianza sugli esempi di vita evangelica eroicamente vissuta fino al martirio, al tempo della dittatura, si è sentita rispondere da Francesco: “ho sentito raccontare il martirio dai martiri viventi “. Sostiamo in preghiera accanto alle tombe delle nostre sorelle SERVE DI MARIA ADDOLORATA DI SCUTARI e di Sr. ALBERTA, la cui vita, negli ultimi anni, si è intrecciata a Roma con le sorelle Serve di Maria Riparatrici.

La tappa successiva ci consente una rapida visita alla cattedrale di santo Stefano, dove troneggia al centro dell’altar maggiore l’icona della MADONNA DEL BUON CONSIGLIO, patrona dell’Albania. Una cappella laterale della grande basilica bruscamente ci richiama alla gloriosa testimonianza evangelica dei “martiri d’Albania”: almeno una quarantina tra sacerdoti e cristiani comuni, le immagini dei quali sono fotograficamente riprodotte sulle pareti della cappella. Impressionante la vicenda dell’unica donna del gruppo, certa MARIA TUCI, considerata la più bella ragazza d’Albania e minacciata di diventare la più brutta, per avere respinto alcuni tentativi di violenza sulla sua persona ed avere fino alla fine testimoniato la sua fede cristiana: morirà massacrata e deturpata, dopo essere stata rinchiusa in un sacco con dei gatti selvatici (linci) e fatta rotolare da un pendio.

Certamente l’evento di maggior coinvolgimento e sconvolgimento emotivo è stata la visita al carcere adiacente all’ex convento delle Suore Serve di Maria Addolorata di Scutari ed ora abitato dalle monache Clarisse. Siamo accompagnati da una guida molto ben preparata con splendida conoscenza della lingua italiana, che dettagliatamente ci illustra una storia di sangue, di segregazione, tortura e persecuzione. La nostra guida non finisce di stupirci e di commuoverci, quando, nel salutarci, sottolinea come egli, negli anni della sua permanenza in Italia a Firenze abbia ricevuto le cose più belle della sua vita (aiuto, amicizia, cultura) e che mai potrà dimenticare, quando nel 1993  in un sol giorno 19.000 Albanesi sbarcarono a Brindisi, come furono accolti con generosità, cura e dedizione dagli abitanti di quella città.

Visto l’orario (sono le 13.30), rinunciamo alla prevista visita alle monache e ci dirigiamo subito al locale designato per il pranzo, chiamato “Luogo delle fate – Mrizi  zanave”). Trattasi di uno slowfood situato in amena località collinare, autogestito da albanese con precedente vissuto italiano, felicemente riuscito.

Nel primo pomeriggio, trascinati dall’inesauribile Sr Gemma, troviamo ancora la forza di visitare la chiesa dedicata ai martiri di Albania a Klin-ischt con accanto la tomba di DON ANTONIO SCIARRA, mitica figura di sacerdote, venuto da Avezzano, il quale ha voluto condividere radicalmente la condizione di povertà del popolo albanese agli inizi degli anni ’90, ha fondato un gruppo di “ambasciatori di pace” che si sono diffusi in tutto il mondo e fatto fondere in una “campana della pace” tutti i proiettili trovati nelle case e nelle scuole.

Accanto alla chiesa tre piccole sculture con segni della religione mussulmana, ortodossa e cattolica sono la testimonianza visibile di un ecumenismo realmente condiviso almeno nel comune martirio.

A Krajn, lungo una strada, la nostra attenzione è richiamata dalla collocazione di una serie di bunker riportati con accanto dei simboli religiosi in ferro battuto e su ogni albero accanto l’immagine o la fotografia di un martire.

Sono le ore 18.00, quando piuttosto sfatti anche per il caldo torrido rientriamo al convento delle sorelle. Dopo un consiglio di famiglia, piuttosto concitato per la normale diversità di vedute, decidiamo comunque di rinunciare, visto il caldo e qualche problemino alle autovetture delle suore, alla visita di VALONA, inizialmente prevista nella giornata di domani.

Sabato 25 luglio 2015

Al mattino visita alla famiglia di TONIN MARKU che gioiosamente ci accoglie con la moglie BARTHE, le figlie ORNELA (I° anno di giurisprudenza), DANIELA (ultimo anno di liceo) e i figli MARIOLD (17 anni – liceo), DIONIS (13 anni – III media) e KLEOBERT (anni 3). Una sorella di Tonin, VIOLETA, vive a Forlì.

Ci informiamo circa le condizioni del pulmino procurato con l’aiuto della nostra Associazione per svolgere funzione di scuolabus durante l’anno scolastico e portare le persone in spiaggia durante il periodo estivo. Il furgone necessita di qualche intervento di aggiustamento e di risistemazione. Chiediamo di fare un preventivo, in tal senso, e di farcelo pervenire tramite le sorelle Riparatrici. Esplicita richiesta di discrezione soprattutto con gli Albanesi circa gli aiuti dati loro.

Probabilmente hanno già avuto qualche problema.

Sulla via del ritorno ripassiamo nella casa di DILA, per verificare la possibilità di far visita al mare alla figlia Majlinda, impegnata nel suo punto vendita. La risposta è affermativa. Programmiamo, quindi, una visita per il pomeriggio. La breve permanenza in questa casa riacutizza in noi la sofferenza e la preoccupazione per la dolorosa situazione determinata dalla malattia del marito ZEF, rinchiuso in una stanza, durante il nostro colloquio, e ivi intrattenuto con furbeschi inganni dalle figlie  Marcela e Dajana.

Sostiamo, di passaggio per qualche spesa al Netzenter e ad un altro mercato radicalmente più popolare, dove Annalisa compera uno stock di tovaglie per le bancarelle associative.

Ci si presentano le due facce della realtà albanese: il tentativo della modernità globalizzata e la povertà che tuttora caratterizza la maggioranza della popolazione.

Nel pomeriggio un salto in laguna ci consente di verificare che la coppia Majlinda e marito stanno svolgendo diligentemente il loro lavoro e che il carrettino messo a disposizione dall’Associazione sta dando un risultato positivo.

Ci permettiamo di suggerire qualche rivestimento pubblicitario utile a richiamare l’attenzione e l’opportunità di variare e ampliare l’offerta.

Rimane il grave problema di una adeguata sistemazione del marito di Dila, anche per consentire a quest’ultima la necessaria libertà di riprendere il suo lavoro almeno con la riapertura dell’anno scolastico.

A sera ci concediamo una pizza da ALBERTO, italo-senese-albanese: cittadinanza italiana, 20 anni trascorsi a Siena e provincia, perfetto accento senese, è rientrato in Albania da qualche anno per assistere i genitori anziani. Non vorremmo esagerare (Salvini ci perdoni),ma ancora una volta sentiamo parlare con grande entusiamo e profonda gratitudine della straordinaria capacità degli Italiani nell’ accoglienza e cura delle persone.

Domenica 26 luglio 2015

Partecipa al mattino all’Eucarestia domenicale PASHQA, possibile candidata ad entrare nella congregazione delle sorelle Serve di Maria Riparatrici. La mattinata, sempre più calda e afosa ci vede impegnati in una visita alla nostra cattedrale dedicata a san Nicola. Cordialmente accolti, salutiamo don AHBRAM, super impegnato, come da tradizione domenicale, nella celebrazione di una raffica di matrimoni.

Ci limitiamo, dato il gran caldo, ad una semplice vista a distanza del castello di Lezhe segnato da secoli di storia dal periodo romano, al Medioevo, all’occupazione ottomana, agli abbellimenti apportati dalla Repubblica Veneta al tempo delle città marinare, agli anni della dittatura comunista fino ai nostri giorni.

Prima di rientrare per il pranzo diamo un occhiata al MAUSOLEO, monumento storico di eccezionale importanza: un tempo basilica cristiana, quindi moschea ottomana e ora Mausoleo a futura memoria dell’eroe nazionale GJERGI CASTRIOTI, chiamato anche SKANDELBERG (+ 1444).

Condividiamo il pranzo con il nostro parroco don JESUS (di provenienza basca) ed il suo confratello, il Trentino LUCIANO, entrambi della congregazione dei padri Marianisti.

Con loro abbiamo significativi scambi di vedute sulla situazione albanese e, in particolare, sulla realtà del popolo nomade, seguita e curata da Luciano con particolare attenzione. Al di là di qualche significativo passo in avanti nel senso di una maggiore integrazione soprattutto a livello scolastico (maggiore frequenza, più attenzione al riconoscimento dei loro diritti) la condizione di vita dei nomadi rimane segregata in un contesto di grave precarietà.

La società albanese riflette a grandi linee il modello mondiale con una minoranza di persone sempre più ricche ed una stragrande maggioranza di poveri sempre più poveri.

Si fatica ad intravvedere un modello di sviluppo maggiormente egualitario dal punto di vista della giustizia.

Per quanto riguarda le opere sociali si ha l’impressione che sia tutto un fare e disfare in maniera superficiale e precaria, senza un minimo di progettualità.

Riaffiora qua e la il rimpianto per un regime comunista, dove certamente mancava la libertà e infuriava la persecuzione, ma c’era da mangiare per tutti e a tutti veniva garantito il minimo indispensabile.

Alle ore 18.00 Antonio, Sr. Gemma e Caterina fanno una visita alla famiglia di PASHQA che presenta dal punto di vista sanitario una situazione particolarmente pesante: il papà di lei e due suoi fratelli sono piuttosto gravi con problemi di distrofia muscolare. Per fortuna regge, splendidamente in forma, nonno Jhonni di anni 75, il quale con l’aiuto della nuora MARIA e dei nipoti CHRISTIAN, JOVALIN e PASHQA manda avanti la fattoria e l’impegnativa gestione di una famiglia messa a dura prova.

Lunedì 27 luglio 2015

Su segnalazione delle suore verifichiamo la possibilità di aiutare con una banco vendita, possibilmente in posizione maggiormente centrale rispetto al flusso cittadino una venditrice di stoffe che attualmente espone sul nudo pavimento davanti a casa sua. Abbiamo la possibilità di interloquire solo con un’anziana parente, in quanto l’interessata trovasi in Germania ad assistere alcuni familiari. Potrebbe essere temporaneamente sostituita da una nipote.

Visitiamo, quindi, il laboratorio di LUCIANO, attualmente gestito dall’amministratrice THERESE GEGA, dove facciamo incetta di asciugamani e di altre stoffe utili per le nostre bancarelle.

Prima di accomodarci al pranzo troviamo il tempo di visitare la splendida Chiesa dell’Annunziata, in zona collinare, custodita dai padri Francescani. Durante il periodo della dittatura la chiesa fu usata come struttura sanitaria – reparto di maternità che ha visto la nascita della maggior parte degli abitanti di Lezhe. Racchiude attualmente le spoglie mortali di p. SERAFINO CODA, martirizzato dal regime comunista ed il cui corpo fu trovato e identificato in mezzo ai rifiuti. Di lui, insieme ai 40 martiri albanesi, è in corso la causa di beatificazione.

Nel pomeriggio, in vista di possibili progetti, abbiamo avuto con ALTIN GEGA, “ex italiano” con anni di permanenza nel trevigiano, un incontro molto cordiale e interessante, anche se la progettazione di aiuto concreto rimane ancora indefinita.

Ha bisogno di costruirsi una casetta accanto ad un terreno coltivabile ad agricoltura che gli verrebbe donato da un cugino. Siccome l’Associazione non può finanziare la costruzione di case gli si suggerisce di pensare a qualche altra soluzione integrativa di lavoro per lui o per la moglie che gli consenta di cominciare a mettere da parte il denaro per l’acquisto del materiale, visto che la manodopera potrebbe metterla lui stesso con l’aiuto degli amici.

A sera veniamo a sapere che la moglie, purtroppo, è poco affidabile, visto che trascura alla grande l’orto che le suore le hanno dato in consegna gratuita, sciupando così una possibilità di guadagno e di aiuto alla sua famiglia.

Martedì  28  luglio  2015

La mattinata scorre veloce nella risistemazione delle cose per l’oramai imminenza del ritorno in Italia. Verso le ore 11.00 arrivano dal porto di Durazzo, dove sono felicemente approdati alle prime ore del mattino, Sr. Giovanna da Firenze, fr. Stefano da Siena e l’ugandese fr. Robert. Sono venuti per il “campo biblico” che avrà luogo con un gruppo di adolescenti di Lehze e di Valona nei prossimi giorni. La gioia di passare insieme alcune ore è grande come pure la possibilità di condividere ideali di vita e di speranza. Alle ore 13.00 si mettiamo in strada, accompagnati da Sr. Marisa e da Caterina. Fedelissimo, ci accoglie il presidente Michele all’aeroporto di Bologna intorno alle ore 18.00 e subito approfitta dell’entusiasmo di frate Antonio, proponendogli per il prossimo anno un viaggio in Mozambico o Costa d’Avorio.

 

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